Cinque luoghi da visitare in Basilicata in autunno

La Basilicata offre imperdibili scenari, un ventaglio davvero vasto di possibilità: dalle spiagge bianche e borghi arroccati sulle montagne, mare turchese e fortezze scavate nel cuore delle rocce al patrimonio storico-artistico. Cosa aspetti? Parti insieme a noi alla scoperta dei cinque luoghi da visitare in Basilicata in autunno.
Parco Nazionale del Pollino
E' la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia. Si estende su 192.565 ettari di terreno ed è posto a cavallo tra due regioni: la Calabria e la Basilicata, spaziando dal mar Jonio al mar Tirreno. Numerose le definizioni attribuite al Parco del Pollino: Parco di carta, parco-fantasma, parco-telenovela, parco filosofale, parco-accademia, parco di Penelope. Tutti questi appellativi sono il frutto di numerosi dibattiti, studi, progetti e piani che dovevano valorizzare il Parco ma che nel tempo sono sfumati. Tra le vette del Dolcedorme e di Cozzo del Pellegrino e gli orizzonti che si disegnano sulle acque del Tirreno e dello Jonio, lungo il massiccio montuoso calabro-lucano del Pollino e dell'Orsomarso, la Natura e l'Uomo intrecciano millenari rapporti che il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993, conserva e tutela sotto il suo emblema, il pino loricato. L'intera zona, sottoposta a speciale tutela, ai sensi della Legge quadro n.394/1991 sulle aree protette, è costituita dai Massicci del Pollino e dell'Orsomarso. Ha vette tra le più alte del Mezzogiorno d'Italia, coperte di neve per ampi periodi dell'anno. Dalle sue cime, oltre i 2200 metri di altitudine sul livello del mare, si colgono, ad occhio nudo, ad ovest le coste tirreniche di Maratea, di Praia a Mare, di Belvedere Marittimo e ad est il litorale ionico da Sibari a Metaponto. Molti sono i fiumi presenti nel parco: gole profonde e ampie vallate ne caratterizzano il suo territorio per un panorama mozzafiato, dove si possono anche fare attività sportive come il rafting. I principali corsi d'acqua che attraversano il Parco Nazionale del Pollino sono, in ordine di lunghezza: Sinni (97 km), Lao (64 km), Coscile (49 km), Esaro (44 km). Sarmento (36 km), Abatemarco (20 km). Il Parco del Pollino, ultimo avamposto a Sud, custodisce paesaggi incontaminati che associati ai valori culturali e umani gelosamente custoditi dalla popolazione locale fa di questi posti degli angoli di paradiso unici ed incredibilmente affascinanti.
Castelmezzano
Situato nel cuore delle Dolomiti Lucane, in Basilicata, arroccato e protetto da questi imponenti massicci di roccia arenaria, che il vento e la pioggia hanno incessantemente scavato nel corso del tempo, Castelmezzano si rivela in maniera abbastanza insolita. Per entrare in paese infatti bisogna attraversare una galleria scavata nella roccia, subito dopo aver attraversato una piccola gola. Questa spettacolare posizione, fu fondamentale per la difesa del borgo nel corso dei secoli, la cui origine è data attorno al X secolo d.c. Il nome deriva dal Castrum Medianum (letteralmente castello di mezzo) costruito qui dai Normanni tra il XI ed il XIII secolo d.c., e così chiamato proprio per la sua posizione rispetto a quelli dei vicini centri di Pietrapertosa e Brindisi Montagna. Del castello oggi sono ancora visibili i resti delle mura, una cisterna per la raccolta delle acque meteoritiche e la gradinata scavata nella roccia, che consentiva l'accesso al punto di vedetta più alto, da dove era possibile sorvegliare tutta la sottostante vallata del fiume Basento. La struttura urbana di Castelmezzano, tipicamente medievale, è un raro esempio di equilibrio sostenibile tra componenti naturali e intervento umano. Il borgo si presenta infatti come un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa: le costruzioni sono inserite direttamente nella roccia. Vi sono numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire alle vette sovrastanti e godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane. Cuore della vita cittadina è piazza Caizzo al cui centro si erge la Chiesa Madre di Santa Maria dell’Olmo con la sua maestosa facciata in stile romanico. Fuori dal paese, sentieri, scalinate e ponticelli in pietra permettono di raggiungere la vallata del Caperrino, caratterizzata dai resti di antichi mulini, costruiti a secco e i cui tetti sono realizzati con lastre di pietra locale, dette “chiang”. Castelmezzano rientra con il suo territorio nell’area del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane che offre oltre alle incontaminate bellezze paesaggistiche, tracce di una storia millenaria per la presenza delle mura megalitiche dell’insediamento lucano di Croccia Cognato del IV sec. a.c.
Le Dolomiti Lucane
Sono un caratteristico rilievo montuoso che si trova al centro della Basilicata nel territorio dei comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa situati in cima su due diversi versanti, le cui sagome si elevano imponenti e spettacolari costituendo un paesaggio unico e di grande bellezza. Le particolari forme dei picchi hanno generato nella tradizione locale dei nomi quali: l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta. La cresta dolomitica che si protende da un comune all’altro forma un ambiente molto particolare in cui sono presenti specie di grande valore naturalistico sia per la flora che per la fauna. Le spettacolari cime sono nettamente distinguibili dal paesaggio circostante caratterizzato da forme più dolci e arrotondate come la vicina montagna del Caperrino. A rendere ancor più suggestivo il luogo è il torrente Rio di Caperrino, un affluente del Basento che ha scavato una profonda gola che divide a Nord le Murge di Castelmezzano dalla Costa di S. Martino a sud. Le Dolomiti Lucane fanno parte del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, e rappresentano il territorio del Parco che si estende in provincia di Potenza.
Grumento Nova
Una storia millenaria circonda Grumento Nova. Il paese più antico e importante della Lucania romana, noto con il nome di Grumentum, ha attraversato più di un millennio di storia della Val d’Agri, fino alla sua distruzione avvenuta per mano dei Saraceni nel IX secolo d. C. Gli abitanti in fuga si dispersero nei piccoli insediamenti dei paesi limitrofi fondando, sul colle che sovrastava l’antica città romana, “Saponara”. Saponara fu il nome ufficiale del paese per quasi mille anni, fino al 3 novembre 1932 quando fu trasformato nell’attuale Grumento Nova. Definita la “piccola Pompei” della Basilicata, così chiamata per via dei resti archeologici dell’antica città di Grumentum – ora Parco Archeologico – e il relativo Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, ha avuto due importanti famiglie che ne hanno assunto il dominio durante il corso dei secoli: i Sanseverino e Roberto d’Altavilla, che hanno regalato al paese periodi di splendore e di decadenza. Oltre al vicino Parco Archeologico, con il suo suggestivo anfiteatro che d’estate fa da sfondo alle rappresentazioni teatrali dei Teatri Uniti di Basilicata, il comune conserva anche antichi palazzi nobiliari. Uno di essi è il Castello Sanseverino, edificato nel 1100 e restaurato da Carlo Maria Sanseverino nel 1700, quasi distrutto dal terremoto del 1857 che sconvolse l’intera Val d’Agri. Notevole, al centro del borgo, è l’antico salone di corte dei Sanseverino (più tardi trasformato in una scuderia) che a fine ‘600 ospitò il ricevimento delle seconde nozze della principessa Aurora Sanseverino, poetessa e mecenate di artisti. Nel territorio di Grumento Nova, insieme a quello di Spinoso, Montemurro e Sarconi, si trova lo splendido Lago di Pietra del Pertusillo. L’invaso è costeggiato dal Bosco Farnie, con castagneti e faggeti attraverso i quali i visitatori possono fare appassionanti passeggiate fino a raggiungere le sponde del lago. Da annoverare è anche l’incantevole Bosco Maglie, presso il quale ha sede il centro di educazione territoriale “Bosco dei Cigni”.
Pisticci
Cosa ci fa un borgo andaluso nel cuore della Basilicata? A circa mezz’ora di macchina dalla Piana di Metaponto incontriamo Pisticci. Il suo centro storico è ricco di viuzze e stradine bianche , mentre le tegole rosse dei tetti riportano agli scorci tipici della Spagna meridionale. La parte più ata ed antica de borgo è il rione di Terravecchia. Palazzi storici, torri difensive e antichi rioni fanno della “città bianca” di Pisticci uno scrigno di preziosi gioielli da ammirare e preservare. Dei suoi numerosi rioni colpisce, per la rarità urbanistica che lo contraddistingue e per la storia che si cela dietro le sue “casedde”, il “Dirupo” anticamente noto come Casalnuovo. Sorto a seguito della rovinosa frana del 1688, continuò ad essere abitato dalla popolazione che non volle trasferirsi a valle. Bellissime, di giorno per il contrasto tra il bianco delle loro facciate e l’oro dei raggi del sole, e di sera per la suggestiva illuminazione che le avvolge, le tipiche casette bianche sono allineate seguendo un’architettura semplice e spontanea. Sulla parte più alta e antica dell’abitato svetta invece il rione “Terravecchia”, dove si possono ammirare il castello di epoca normanna, di cui resta solo la torre quadrata, l’antica porta del paese, la chiesa madre e numerosi palazzi gentilizi. Nella frazione di Marconia si erge il castello di San Basilio costruito dai monaci basiliani nel VII secolo come masseria fortificata, successivamente con l’avvento dei normanni assunse sempre più le caratteristiche di un castello perché ampliarono la costruzione con un torrione centrale. Dopo la dominazione normanna il castello fu donato alla comunità benedettina dell’abbazia di Santa Maria del Casale di Pisticci. Cuore del borgo è piazza Umberto I, dove si incontrano palazzi di grande rilievo storico, come il Palazzocchio sede di un archivio del Cinquecento e il Palazzo Giannantonio, di fine XVII secolo, oggi sede del comune. Molto suggestiva è la piazzetta su due livelli denominata il “Terrazzo del melograno”, caratterizzata da archi e splendidi murales, che raffigurano i fiori e i frutti di melograno. Tra il centro storico e l’immediato circondario vi è un sistema di torri difensive come la Torre Bruni, Accio e Minnaia.